Si era presentata come un’altra di quelle giornate uggiose, pure un po’ ventose, di quelle senza annunci.
Poi ha telefonato l’ex collega per raccontarmi lo sviluppo della grande contrattazione promessa dall’azienda a chi non è stato così cattivo da fare vertenza.
In cambio di una conciliazione in cui si impegnano a non chiedere nulla del pregresso (adeguamento al terzo livello), l’azienda li riassume per tre mesi. Fino a giugno. A 4 ore al giorno. Certo, stavolta con il terzo livello come doveva essere già dall’inizio perché sono assunti dall’azienda e non più interinali. Ma il pregresso, che può essere richiesto entro 5 anni dal licenziamento o dalla fine del contratto ove ce ne sia diritto, con la conciliazione se lo sognano.
L’ex collega ha rifiutato sdegnato. Lui era assunto a 6 ore al giorno. Con tutto il terzo livello prende di meno rispetto a prima. Poi si gioca il diritto alla disoccupazione. Soprattutto non ha chiesto nulla, lui. Era stata l’azienda a farsi viva con una proposta di un tipo ed è uscita con un ricatto travestito da elemosina.
L’ex collega ha una dignità. Sarà per questo che con lui faccio l’aperitivo ogni tanto e con altra gente no. Ma questa è una considerazione così. Perché c’è gente che ha accettato.
Ora, intendiamoci. Il periodo è di merda. Lo vediamo tutti. Forse sarebbe venuto qualche scrupolo pure a me se non avessi fatto vertenza (ma è vero, io ho fatto vertenza, con tutti i dubbi della terra, e ne sono comunque contenta, dopo gli ultimi sviluppi). Però capisco che ci sia gente che si sente con l’acqua alla gola. Magari con qualche anno in più dei miei, che non sa quando sarà richiamata per un altro lavoro. Soprattutto se.
E capisco che a stare a casa ci si deprime. E non poco. E pure se non ci si deprime comunque ci sono le spese da considerare. Lo stipendio, il TFR, la tredicesima, la malattia e le ferie pagate, lo straordinario che puoi fare ogni tanto. Sono soldi sicuri.
Non riesci a nutrirti sempre di amor proprio, il panettiere ogni tanto preferisce i contanti.
Comunque è una porcata. Dopo aver parlato con l’ex collega ho sentito il sindacalista. Il mio sindacato non ha firmato la contrattazione. Però la firma la UIL. Anzi, la UIL l’ha proposta. Per i dipendenti dell’azienda che sono rimasti a casa a gennaio. In realtà questo contratto di tre mesi, il contentino, era per loro. Ci hanno infilato anche quelli che non hanno fatto vertenza dei nostri. Così, non si sa come gli è venuto.
O meglio si sa. È un gioco perverso che prevede l’esercizio di un potere micragnoso sulla pelle della gente che ha bisogno di campare e di lavorare.
Ecco, dopo questa robaccia tutta l’indignazione nei confronti del M5S è un po’ calata. Risale appena li sento parlare, ma davvero la vita va avanti, meglio, resta impantanata nelle sabbie mobili sia che loro decidano di piantarla di giocare all’opposizione a oltranza sia che continuino.
Dopo un po’ ti rompi pure i coglioni di sentire gente che non ha una pallida idea di come provare almeno a risolvere i problemi veri del Paese. La gente che continua a ripetere che finalmente le cose cambiano, saranno migliori, e tutte le baggianate che riuscite a ricordarvi della fuffa sentita in questi giorni.
Oh, io vado a dormire pure se è presto. Sono stanca, ho preso un sacco di pioggia. E di vento.
Voi state bene. E occhio all’amor proprio, che non cresce mica sugli alberi.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.